martedì 6 marzo 2012
La cicala e la formica. ovvero come riuscire da cicala a vincere la partita
giovedì 1 marzo 2012
Azero Tour: il nostro primo Convegno.
lunedì 27 febbraio 2012
La Consapevolezza: da Green Future a Impatto Zero
domenica 26 febbraio 2012
considerazioni su turismo e carbone
![](http://www.adnkronos.com/IGN/Assets/Imgs/00_prometeo/carbone_mani--400x300.jpg)
Riprendo la notizia cosi come mi è pervenuta:
Ogni anno Talenti Italiani offre un premio per le migliori idee su un turismonuovo, eco-sostenibile, esperienziale, ma anche alla scoperta delle bellezze dei piccoli borghi italiani, tra tradizioni popolari ed enogastronomia.
tra i vincitori di quest'anno vi è anche una ragazza sarda, Elena Zuliani... con il suo progetto “energy landscape-il paesaggio dell'energia” Si tratta di un pacchetto “ad alta consapevolezza ambientale” sulle fonti energetiche del passato e del futuro.
La cosa che mi ha lasciato particolarmente perplesso è che secondo il mensile ecologiae la giovane si riferisce in particolare a due fonti di energia: il carbone e il vento. Niente da dire sulla seconda, ma sulla prima, sono rimasto un po' sorpreso, probabilmente la rivista non da molto risalto all'impatto ambientale e lo considera solo come attrattiva turistica. Il parco geominerario è una risorsa turistica che andrebbe incentivato a dovere.
Per quanto riguarda invece il carbone Sardo, sappiamo bene che nel sottosuolo se ne stimano un miliardo di tonnellate con un contenuto di energia equivalente a quella di oltre 400 milioni di tonnellate di petrolio, ma è altrettanto vero che
le caratteristiche merceologiche del carbone (più propriamente si deve dire, della lignite) del Sulcis sono scadenti: i principali agenti indesiderabili sono le ceneri (sostanze inorganiche non combustibili che accompagnano sempre i carboni) la cui concentrazione nel caso del Sulcis, è molto elevata (circa il 15 %); e lo zolfo, il cui contenuto, nei carboni del Sulcis, varia dal 6 all'8 per cento.
Le ceneri dopo la combustione restano come residui e pongono problemi di smaltimento; lo zolfo si trasforma, nella combustione, in anidride solforosa, un gas che è inquinante e contribuisce alle piogge acide.
Sapiamo che volendo con il metodo della gassificazione si potrebbe rendere il carbone innocuo ma questo triplicherebbe i costi, perché aggiungerebbe all'estrazione il trattamento, con un ulteriore impatto ambientale e non renderebbe conveniente l'energia prodotta che arriverebbe a costare tantissimo. Senza contare alle emissioni di co2 che si disperderebbero nell'atmosfera.
Quindi ritengo che per salvaguardare e tutelare la nostra terra, è bene che il carbone della Sardegna rimanga li dov'è sempre stato.
sabato 25 febbraio 2012
La Mentalità... insostenibile
![](http://www.senegheonline.it/wp-content/uploads/2010/07/batteria_abbandonata.jpg)
venerdì 24 febbraio 2012
La carne consuma le stesse emissioni della metà delle auto inglesi
![](http://www.greenme.it/images/stories/consumare/carne_vs_automobili.jpg)
Un articolo questo che farà storcere il naso a quanti amano la carne e ne fanno la base della loro cultura. ma secondo uno studio della Lancaster University condotto su 61 alimenti. con particolare attenzione alle emissioni della c02, è emerso che... sull'intero ciclo di produzione della sostanza inquinante, che nella sola inghilterra nell'anno 2011 si sono prodotte 167 milioni di tonnellate di c02. secondo questo studio, le emissioni inquinanti si potrebbero ridurre del 22 -26% se gli inglesi adottassero un alimentazione vegetariana.
Nick Hewitt, professore della suddetta università alla guida dei presenti studi, ha rilasciato in proposito alcune dichiarazioni, riportate sulle pagine del quotidiano britannico The Independent: “Le nostre analisi dimostrano come le scelte alimentari possano determinare un impatto significativo relativamente alle emissioni di Gas serra. Le emissioni legate alla produzione di alimenti si ridurrebbero così di almeno un quarto e vi sarebbero inoltre evidenti benefici per la salute della popolazione”.
Secondo Hewitt, inoltre, se tutti i cittadini britannici diventassero vegetariani, si risparmierebbero all’anno ben 40 milioni di tonnellate di co2 derivante da emissioni legate alla produzione di alimenti, carne in primis. Lo studio in questione è stato pubblicato dall’autorevole rivista di settore Energy Policy. Da esso emerge come carne fresca e formaggi siano i due alimenti responsabili della maggior quantità di emissioni, con ben 17 kg di co2 per ogni kg di carne, dato che scende soltanto a 15 kg nel caso del formaggio.
Le emissioni provocate dalla coltivazione e dalla produzione di alimenti quali patate, mele, panee cereali sono inferiori ai 2 kg di anidride carbonica per chilo di prodotto. I valori salgono nel caso della frutta esotica coltivata all’interno di serre riscaldate. Per quanto riguarda le bevande, la produzione di vino ha un impronta di carbonio di 2 kg per chilo.
Simili dati non possono che essere considerati come un sostegno ulteriore alle scelte effettuate da coloro che hanno deciso di optare per una dieta vegetariana o vegana al fine di ridurre il proprio impatto ambientale. Dalla scelta di non consumare prodotti animali e loro derivati consegue infatti la decisione di non orientare i propri acquisti verso di essi e quindi di non finanziare le casse di coloro che li producono.
fonte: Energy Policy
L'angolo di Ale:
riflettendo su queste cose, mi rendo conto come le singole scelte dell'uomo sull'alimentazione, incidono cosi profondamente nell'equilibrio del pianeta. la sardegna la regione dove vivo e dove vivono i miei colleghi che stanno affrontando i corsi di green future infatti hanno una cultura che si basa sulla tradizione legata al consumo della carne. ma è cosi per la maggior parte della tradizione europea, forse in italia un pò meno grazie all'abbondante uso di carboidrati. eppure credo che in futuro, le scelte energetiche che l'uomo dovrà affrontare saranno scelte obbligatorie visto l'andare incontro a una situazione di crisi che si fa man mano sempre più minacciosa dovuta agli effetti del carico antropico sul pianeta. i consumi abnormi di energie, le emissioni della c02 ci costringeranno chi più chi meno a dover adottare una politica di osmosi ambientale. la scelta legata a un alimentazione priva o ridotta di proteine animali sarà sicuramente una delle scelte più responsabili che si potranno fare. già in passato i cambiamenti climatici hanno spinto molte specie a un evoluzione su modello Darwiniano per ambientarsi ai cambiamenti pur di non soperire. non voglio essere cattastrofico, ma chi adotta i principi di sostenibilità ambientale nell'occidente sono solo una minoranza esigua di persone. la maggioranza vive ancora nel più sfrenato consumismo. bisogna adottare fin da subito i principi di sostenibilità e cambiamento e non lasciare che sia la crisi a forzare le nostre scelte. arrivare a una crisi significa risolvere un emergenza. e questa comporterà ben più di un sacrificio e la neccessità di dover riddurre i danni all'ecosistema. c'è da aggiungere a questo discorso che adottare una dieta priva di carne, è una scelta non solo di carattere etico, ma sopratutto crea benefici a livello salutare. altri studi infatti hanno portato all'evidenza che l'uso delle carni rosse porta all'insorgere di molte patologie gravi. spero che questa mia riflessione serva per far riflettere maggiormente su come orientare al meglio le nostre scelte alimentari. non siamo soli nel pianeta. alberi e animali dipendono da noi molto più di quanto crediamo.
Fotovoltaico: dal MIT le celle solari ricavati dall'erba tagliata
pubblicato 12/feb/2012 07:35 da GreenFuture Nuoro [ aggiornato in data 13/feb/2012 06:37 ]
Cosa c'è di più green di un pannello solare? Un pannello
solare vegetale ricavato dall'erba tagliata! E dobbiamo ringraziare un
team internazionale di ricercatori se in un futuro non troppo lontano
le celle fotovoltaiche potranno essere realizzate attraverso il materiale vegetale di scarto, diventando così un'alternativa economica e pulita alle celle solari tradizionali.
In
particolare, l'idea di utilizzare ciò che Madre Natura ci offre per
soddisfare il nostro fabbisogno energetico, rispettando l'ambiente, è
del ricercatore del MIT, Andreas Mershin, che ha ripreso un
progetto avviato otto anni fa da Shuguang Zhang, scienziato e direttore
associato del MIT Center for Biomedical Engineering.
Nel suo lavoro originale, Zhang era riuscito a mettere insime un complesso di molecoleconosciute come fotosistema-I (PS-I),
ossia piccole strutture all'interno delle cellule vegetali che svolgono
la fotosintesi. A quel punto, insieme ai colleghi, ha utilizzato il
PS-I delle piante, stabilizzato chimicamente e posto a formare uno
strato sul vetro che avrebbe potuti - come una convenzionale cella
fotovoltaica - produrre corrente elettrica quando esposto alla luce.
Tale sistema, in un primo momento, aveva evidenziato qualche difficoltà visto
che l'assemblaggio e la stabilizzazione delle sostanze chimiche
necessarie al processo richiedevano sofisticate e costose attrezzature
di laboratorio. Inoltre, la prima cella solare realizzata era piuttosto
debole: la sua efficienza infatti era troppo bassa per garantire un bilancio positivo in termini energetici.
Ma oggi, secondo quanto riferisce lo stesso Mershin in
una nota, il processo è stato semplificato al punto da riuscire
a realizzare in ogni laboratorio la speciale cella, permettendo ai
ricercatori di tutto il mondo di iniziare ad esplorare il processo ed
apportare eventuali miglioramenti.
E
c'è da stare allegri visto che rispetto al primo tentativo,
quest'ultimo sembra essere andato molto meglio. L'efficienza del nuovo
sistema è 10.000 volte superiore rispetto alla versione precedente,
anche se rimane ancora da migliorare.
La
chiave per raggiungere questo enorme miglioramento dell'efficienza,
secondo lo studioso, è stata quella di trovare un modo per esporre una
maggiore superfiche del PS-I al sole. Il precedente lavoro di Zhang
aveva semplicemente prodotto un sottile strato di materiale.
Così,
com'egli stesso ha spiegato, ispirandosi al modo in cui i pini prendono
la luce, nel buio dei boschi, Mershin ha deciso di “creare una foresta su un microscopico chip”.
Oltre
ai vantaggi sotto il profilo della sostenibilità ambientale e
dell'approvvigionamento energetico, un ulteriore punto a favore della cella vegetale è quello di riuscire ad aiutare anche le popolazioni dei villaggi dove ancora la luce è un miraggio. Queste popolazioni, infatti, potrebbero utilizzare i rifiuti agricoli, privi di valore, come materia prima. In pochi anni, secondo Mershin diremo addio al kerosene, ancora oggi “la fonte più diffusa di illuminazione in tali luoghi”.
per maggiori informazioni, La ricerca è stata pubblicata su Nature.
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Il risparmio energetico a casa: come vivere meglio risparmiando e tutelando l’ambiente
pubblicato 23/dic/2011 17:33 da GreenFuture Nuoro [ aggiornato in data 23/dic/2011 17:34 ]
Il risparmio energetico a casa, un tema molto concreto che riguarda tutti noi. Ecco qualche semplice suggerimento molto pratico che ci permetterà un notevole risparmio energetico in bolletta ed anche una qualità di vita più equilibrata e con meno impatto sull’ambiente.
Dal corretto isolante termico per la vostra abitazione, alla scelta delle lampadine a LED, e persino qualche dritta su come vestirvi, eccovi tutto quello che vi può servire per ridurre i consumi energetici!
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