domenica 26 febbraio 2012

considerazioni su turismo e carbone


Riprendo la notizia cosi come mi è pervenuta:

Ogni anno Talenti Italiani offre un premio per le migliori idee su un turismonuovo, eco-sostenibile, esperienziale, ma anche alla scoperta delle bellezze dei piccoli borghi italiani, tra tradizioni popolari ed enogastronomia.

tra i vincitori di quest'anno vi è anche una ragazza sarda, Elena Zuliani... con il suo progetto “energy landscape-il paesaggio dell'energia” Si tratta di un pacchetto “ad alta consapevolezza ambientale” sulle fonti energetiche del passato e del futuro.

La cosa che mi ha lasciato particolarmente perplesso è che secondo il mensile ecologiae la giovane si riferisce in particolare a due fonti di energia: il carbone e il vento. Niente da dire sulla seconda, ma sulla prima, sono rimasto un po' sorpreso, probabilmente la rivista non da molto risalto all'impatto ambientale e lo considera solo come attrattiva turistica. Il parco geominerario è una risorsa turistica che andrebbe incentivato a dovere.

Per quanto riguarda invece il carbone Sardo, sappiamo bene che nel sottosuolo se ne stimano un miliardo di tonnellate con un contenuto di energia equivalente a quella di oltre 400 milioni di tonnellate di petrolio, ma è altrettanto vero che

le caratteristiche merceologiche del carbone (più propriamente si deve dire, della lignite) del Sulcis sono scadenti: i principali agenti indesiderabili sono le ceneri (sostanze inorganiche non combustibili che accompagnano sempre i carboni) la cui concentrazione nel caso del Sulcis, è molto elevata (circa il 15 %); e lo zolfo, il cui contenuto, nei carboni del Sulcis, varia dal 6 all'8 per cento.

Le ceneri dopo la combustione restano come residui e pongono problemi di smaltimento; lo zolfo si trasforma, nella combustione, in anidride solforosa, un gas che è inquinante e contribuisce alle piogge acide.

Sapiamo che volendo con il metodo della gassificazione si potrebbe rendere il carbone innocuo ma questo triplicherebbe i costi, perché aggiungerebbe all'estrazione il trattamento, con un ulteriore impatto ambientale e non renderebbe conveniente l'energia prodotta che arriverebbe a costare tantissimo. Senza contare alle emissioni di co2 che si disperderebbero nell'atmosfera.

Quindi ritengo che per salvaguardare e tutelare la nostra terra, è bene che il carbone della Sardegna rimanga li dov'è sempre stato.


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